domenica 6 marzo 2011

FONTI RINNOVABILI: TRA ILLUSIONI, ERRORI E CORRETTA FATTIBILITA’




Lo sviluppo degli impianti FER (Fonti Energetiche Rinnovabili) è un’interessante opportunità per un’intera filiera di operatori. Talmente interessante che spesso un approccio entusiastico può essere fonte di errori. In primo luogo il ritardo nell’avviare le iniziative, in particolare da parte delle amministrazioni pubbliche, ha reso gli investimenti meno interessanti, anche se in parte compensato dalla riduzione dei costi degli impianti. D’altro canto si può assistere ad una profonda differenziazione d’approccio, in relazione ai soggetti realizzatori. Difatti, si contrappongono agli attenti investimenti di operatori professionali a errati approcci da parte di molti altri soggetti, che rischiano di vedere disattese le aspettative valutate o paventate da altrettanti operatori improvvisati.
I grandi operatori, spesso realizzatori di grandi impianti, estremamente competenti in materia finanziaria, percorrono un obiettivo di fattibilità economica, che spesso diviene speculativa, approcciando l’iniziativa con una corretta progettazione tecnico/finanziaria.




Di contro, i privati e piccoli investitori, spesso inesperti, si affidano ad una pluralità di operatori che, cavalcando l’onda entusiastica dello sviluppo delle fonti rinnovabili, si improvvisano progettisti realizzando interventi che produrranno risultati ben diversi da quelli prospettati. Risultati diversi, a volte, non a causa delle tecnologie implementate ma a causa della errata progettazione. Progetti pilotati da azioni di marketing e/o assoluta assenza di competenza, che, non approccia con chiarezza le esigenze (assenza di una corretta analisi) e quel che è necessario realizzare.
Di errori grossolani è possibile osservali ovunque. Dai progetti realizzati per privati, in cui spesso l’impianto è sovradimensionato rispetto alle reali esigenze dell’utente, non considerando il reale consumo annuo e non privilegiando il contenimento dei consumi. Assistiamo alla realizzazione di impianti da 3-6 kwp ove, analizzando i consumi, ne occorrerebbero 1,2-3kwp. Ovviamente risulta molto più semplice realizzare un impianto pari alla potenza allacciata che analizzare la potenza necessaria e si fattura molto più di quel che è necessario.
Ma risulta molto più interessante, persino divertente, osservare impianti realizzati per generare un reddito imprenditoriale. Si assiste al proliferare di impianti a terra che utilizzano le più disparate tecnologie. Progetti che, spesso, non considerano i più banali elementi di inefficienza, che confluiranno in un risultato economico disastroso. Tra questi vorrei elencare alcuni principali errori:
- Il non corretto posizionamento dei pannelli, assistendo ad orientamenti ed inclinazioni che non permetteranno di raggiungere le produttività previste per quella specifica localizzazione;
- I coni d’ombra generati dalla morfologia del terreno (colline, boschi, ecc.) o da edifici;
- Il non corretto posizionamento ed, in particolare, la distanza tra le stringhe o, ancor peggio, tra le strutture ad inseguimento. In questo caso si può assistere impianti in cui la rotazione delle vele ha l’esclusivo effetto di generare ombre sulle strutture vicine.




Il tutto non considerando, o spesso ignorando completamente, che solo pochi pannelli dispongono della tecnologia in grado di garantire la produzione parziale in presenza di ombre su alcune celle. Per la quasi totalità dei pannelli, presenti sul mercato, l’effetto generato dalla parziale ombreggiatura del pannello genera l’assenza totale di produttività. Proviamo a rimodulare i business plan, dei progetti contenenti tali errori, e valutiamo se l’investimento è da ritenersi interessante o ….
Un’attenda progettazione a seguito di un’attenta analisi, di tutti gli elementi (localizzazione, tecnologie, prodotto finanziario, assicurazioni, ecc.), può assicurare i benefici attesi, ma anche evitare la realizzazione di progetti finanziariamente disastrosi.
“fonti rinnovabili” e progetti: a chi la colpa ed a chi i meriti?