martedì 27 marzo 2012

IL FOTOVOLTAICO A TERRA PUO’ ESSERE SOSTENIBILE? - PHOTOVOLTAICS ON LAND CAN BE SUSTAINABLE?

Il corretto utilizzo degli impianti fotovoltaici è nell’installazione su superfici inutilizzate in prossimità dei suoi utilizzatori. Difatti sostituire aree fertili, dalla produzione di beni alimentari a quella di energia, è da ritenersi insostenibile e, difatti, la riduzione di incentivi in questa direzione lo ha reso insostenibile anche per gli speculatori.

The correct use of photovoltaic systems is the installation of unused land in the proximity of its users. In fact, replacing the fertile areas, from food production to energy production, is considered unsustainable and, in fact, the reduction of incentives in this direction has made it unsustainable for the speculators.

Un concetto generalmente condivisibile ma che merita la valutazione di qualche eccezione:
- In alcuni casi la realizzazione di impianti fotovoltaici è difficilmente integrabile nell’edilizia, anche in relazione al valore immobiliare e priorità percepite dalle popolazioni;
- Vi sono aree non finalizzabili a coltivazioni alimentari, prossime a reti di media ed alta tensione, irraggiate correttamente;
- Gli incentivi agevolano i grandi impianti e ne sostengono lo sviluppo;
- Gli impianti, oltre a generare la risorsa elettrica, possono produrre un sostegno alla popolazione locale.

Generally acceptable, a concept that deserves the evaluation of some exceptions:
- In some cases the construction of building integrated photovoltaic systems is difficult, even in relation to property values ​​and priorities perceived by the people;
- There are no areas finalizable to food crops, next to grid of medium and high voltage, radiated properly; - Incentives facilitate large plants and support the development;
- The plants, in addition to generating the electric utility, may generate support for the local population.


È questo il caso delle superfici individuate con alcune amministrazioni romene per lo sviluppo di campi fotovoltaici su terreni privati e l’avvio di progetti pubblici.

This is the case with some of the areas identified Rumanian government for the development of solar farms on private land and the initiation of public projects.

Progetti che coniugano la volontà delle amministrazioni agli importanti incentivi (fino a 330 euro per megawattora prodotto per 15 anni, oltre il valore dell’energia) e, per gli impianti pubblici, la fruizione dei finanziamenti UE.
Progetti che avranno importanti ricadute sociali anche su temi quali la formazione e la sanità, attraverso il soddisfacimento delle esigenze delle industrie e degli investitori.

Projects that combine the willingness of governments to significant incentives (up to 330 euros per megawatt-hour produced for 15 years, more than the value of energy) and for public installations, the use of EU funding.
Projects that will have important social consequences also on issues such as education and health, through meeting the needs of industry and investors.

Un corretto utilizzo delle risorse può coniugare la sostenibilità con gli interessi economici.

Proper use of resources can combine sustainability with economic interests.
http://www.laboratoriosostenibilita.ch

mercoledì 7 marzo 2012

EDILIZIA: CRISI E OPPORTUNITA’

By Arch. Paolo Spada
La situazione di crisi del settore edilizio in tutte le sue componenti è nota ormai da alcuni anni, e non se ne vede una via di uscita in tempi brevi. La crisi del settore ha motivazioni strutturali e motivazioni congiunturali. Tra le prime, vi è sicuramente la sovrapproduzione ed i sovrapprofitti realizzati all'inizio dello scorso decennio, con le conseguenti bolle speculative i cui guasti oggi sono sotto gli occhi di tutti. Tra le cause congiunturali, sicuramente la più devastante per il settore è la stretta creditizia che colpisce operatori, acquirenti e pubbliche amministrazioni. Rimuovere le cause strutturali è un lavoro di lunga lena, che richiede interventi complessi e coinvolge una pluralità di soggetti - a cominciare da quelli pubblici. Una delle prospettive per rivitalizzare il settore in maniera duratura è quella che viene per brevità definita con il termine di "rottamazione". Abbiamo un patrimonio edilizio obsoleto; enormi periferie costruite nel secondo dopoguerra che sono inefficienti da ogni punto di vista: sociale, ambientale, energetico. Mettere mano ad un progetto di riconversione di queste periferie metropolitane è un'opera ciclopica, complessa, problematica; ma probabilmente è l'unica prospettiva vera di sviluppo del settore edilizio nel nostro paese per i prossimi decenni. Su questo occorrerà certo ritornare, anche e soprattutto in relazione ai problemi posti dai vari programmi pubblici di recupero, di incentivazione e di residenza sociale. Se invece affrontiamo il problema congiunturale, forse qualcosa si può fare, appunto, nell'immediato. Come Laboratorio della Sostenibilità (www.laboratoriosostenibilita.ch) ci stiamo ponendo il problema di come riuscire a riavviare programmi di infrastrutturazione e realizzazione di aree produttive, residenziali e di servizio che oggi sono ferme al palo unicamente per via della stretta creditizia; e per il fatto, strettamente legato a questo, che - per via delle varie bolle speculative - il sistema creditizio non accetta più a garanzia (come invece avveniva fino a qualche anno fa) l'edificabilità dei terreni e le ipoteche sul costruito; più in generale il sistema creditizio diffida oggi, dopo l'innamoramento dei decenni precedenti, di tutto ciò che si riconduce alla filiera del "mattone". A fianco di questa situazione di stretta creditizia vi è un'altra aspetto congiunturale che va ben valutato. Siamo in una fase di passaggio per quanto riguarda le politiche ambientali, in particolare per quanto riguarda la riduzione nell'utilizzo di fonti fossili e per l'abbattimento delle emissioni di CO2. Tra qualche decennio tutti i nuovi edifici dovranno essere energeticamente autosufficienti, o quasi; e già in prospettiva sembrano inadeguati - ancorché utili - tutti quegli interventi volti al solo contenimento dei consumi energetici. Siamo in una fase di passaggio, si diceva, perché questa prospettiva è assistita da sistemi di incentivazione che necessariamente stanno imboccando una curva discendente, più accentuata per le tecnologie fotovoltaiche ed eoliche, meno per altre legate alla filiera della bio-energia. Queste due condizioni congiunturali (difficoltà di accesso al credito e sistema degli incentivi per le rinnovabili) caratterizzano il settore in crisi; con l'ulteriore specificazione che l'unica attività per la quale sembrano ancora aperti i rubinetti del credito - a determinate condizioni - è proprio quello delle fonti energetiche alternative, purché vengano direttamente canalizzati al soggetto finanziatore gli incentivi prodotti. Il Laboratorio della Sostenibilità si è posto il problema di come realizzare un "bypass" tra queste due condizioni che caratterizzano la fase attuale; di come cioè utilizzare gli incentivi (per ora ancora generosi) riconosciuti alla produzione energetica da fonti rinnovabili per sostenere programmi edilizi e di infrastrutturazione altrimenti destinati a languire nel tempo. A questo proposito vi è da sottolineare come il meccanismo incentivante sia un puro prodotto finanziario, che può essere finalizzato tanto alla rendita quanto all'investimento. Nelle condizioni attuali e assumendo come orizzonte temporale (ad es; per la bio-erergia) i quindici anni di durata degli incentivi, un impianto da un megawatt produce un flusso finanziario (incentivi pubblici detratti i costi della materia prima, di approvvigionamento e gestione) pari a circa 2,4 volte la rata di ammortamento del finanziamento necessario per realizzare l'impianto stesso. Se destinato alla rendita questo surplus non è, ovviamente, di nessun aiuto al superamento della condizione congiunturale del settore in esame, e quindi di nessun interesse per la soluzione dei problemi qui posti. Se invece il sistema di incentivi serve come volano per investimenti nel settore, diventa una risorsa importante per superare l'attuale fase di stallo.
Il Laboratorio della Sostenibilità ha analizzato un caso specifico, con l'intento di avviare a soluzione quel problema particolare, ma anche di mettere a punto una strategia che potesse avere una valenza più generale; quasi una esperienza campione. Stiamo parlando di un'area produttiva abbastanza vasta, di circa 46 lotti produttivi di dimensione media, più un centro servizi e direzionale e tutta una serie di equipaggiamenti e dotazioni che la caratterizzano come Area Produttiva Ecologicamente Attrezzata; di iniziativa pubblica. Il progetto approvato prevedeva investimenti per opere infrastrutturali per circa € 25milioni, da spalmare su 10-15 anni di attività. I finanziamenti necessari per avviare l'infrastrutturazione dell'area possono essere reperiti portando a garanzia la futura vendita dei lotti; ma tale garanzia è oggi inoperante per quanto detto in precedenza; e la commercializzazione dei lotti (per i quali esiste una pur debole domanda) risulta di fatto impossibile fino a che l'infrastrutturazione non raggiunga un certo livello di consistenza. Siamo quindi di fronte ad una situazione di stallo, che si protrae almeno da due anni e non mostra segni di significativa evoluzione. L'intervento proposto dal Laboratorio della Sostenibilità propone una strategia di intervento per risolvere questa situazione di stallo, basata su cinque azioni strettamente legate tra di loro:  introdurre tra le opere di infrastrutturazione dell'area uno o più impianti di cogenerazione a biocarburante; aumentando di conseguenza l'importo generale delle opere di urbanizzazione;  garantire la sostenibilità e tracciabilità delle forniture di combustibile, attraverso accordi con le realtà locali istituzionali e produttive; e con il supporto progettuale, tecnico e logistico ai produttori; eliminando di fatto l'intermediazione speculativa che fa lievitare i costi del biocarburante senza alcun ritorno per i produttori; il tutto garantendo turnazioni tali da non mettere la produzione di biocarburanti in alternativa a quella alimentare;  ottenere finanziamenti bancari per la sola realizzazione degli impianti di cogenerazione, concordando con le società di consulenza del sistema creditizio requisiti e vincoli per le garanzie di approvvigionamento; modalità di gestione e manutenzione dei motori; ore totali di produzione computabili; ecc. ecc.. E ovviamente canalizzando direttamente al soggetto finanziatore gli incentivi statali fino all'occorrenza della rata del finanziamento concesso;  investire il differenziale tra incentivi prodotti e rata del finanziamento per avviare un primo lotto di opere infrastrutturali che costituisca un primo livello di funzionalità dell'area che consenta la successiva commercializzazione dei lotti industriali e direzionali; il margine per l'impresa è sostanzialmente quello industriale (spese generali e utile) legato alla attività svolta in materia di opere d'urbanizzazione;  stabilire accordi con la pubblica amministrazione per la costituzione di una società mista per la vendita dei lotti, in modo da garantire che il prosieguo dei lavori avvenga solo a seguito della loro effettiva commercializzazione, e quindi traendo da questa la base finanziaria (quindi in autofinanziamento) per il prosieguo e completamento della operazione.
Questa strategia realizza cinque importanti obiettivi :  avvia un programma di opere pubbliche altrimenti destinato a languire per anni;  crea occasione di lavoro per imprese oggi in difficoltà;  contribuisce allo sviluppo di un territorio consentendo il concretizzarsi di occasioni di investimento diversamente destinate a localizzarsi altrove;  garantisce un adeguato livello di sostenibilità dal punto di vista economico e sociale per i produttori di biocarburanti, sottraendoli al taglieggiamento della speculazione;  rende infine un intero comparto industriale pressoché autosufficiente dal punto di vista energetico, nel senso che produce con risorse rinnovabili una quantità di energia comparabile con quella che assorbe per il suo funzionamento. La strategia sopra illustrata è un caso particolare; ma il metodo messo a punto può essere inteso come una risposta adeguata alla situazione di stallo che, in generale, chi opera nel mondo dell'edilizia e del mercato immobiliare si trova ad affrontare in questo periodo. La strategia può quindi essere replicata - con i relativi aggiustamenti - in altri contesti. In quello preso in esame, la prova risulta particolarmente impegnativa perché si tratta di avviare dall'inizio un programma complesso, e la presenza della pubblica amministrazione crea ovviamente delle rigidità nelle procedure che non aiutano alla celere definizione dei programmi; ma un approccio analogo può essere replicato in vari ambiti, tenendo però in ogni caso presente che, come detto, il sistema degli incentivi ha imboccato una curva discendente, il che comporterà margini sempre più ristretti per il futuro ( di quanto al momento ancora non sappiamo). Da questo punto di vista la strategia illustrata, per essere efficace, richiede tempestività; come ogni buona terapia.