Smart Building, Factory, Cities, Land e World........dall'Utopia alla Concretezza.
PROGETTARE,
FINANZIARE E CONDURRE L'INNOVAZIONE SOSTENIBILE
WEBINAR
Cap 1. Sociologia e filosofia tecnologica W 1 – 12
Cap 2. La divulgazione W 13 – 15
Cap 3. La quarta rivoluzione industriale W 16 – 21
Cap 4. Finanziarie l'Innovazione, la Ricerca e l'Innovazione W 22 – 38
Cap 5 ICT e Industria 4.0 W 39 – 50
Cap 6. Il Facility Manager W 51 – 69
Cap 7. Lo Smart Working W 70 – 82
Cap 8. HR e gestione del Capitale Umano W 83 – 103
Cap 9. La Business Analysis W 104 – 129
Per una Mondializzazione più umana. Klaus Schwab, fondatore del World Economic Forum,
ha sottolineato la necessità di avviare un dibattito a favore di una
«globalizzazione 4.0»... «più incentrata sulla persona umana, più inclusiva e più sostenibile».
Parlare di Smart (Energia, Tecnologia, Edilizia, Mobilità,
Organizzazione degli spazi, Servizi sociali, Capitale Umano,
Ambiente, ecc.) implica il discorso
sull’Innovazione e la
Sostenibilità nella consapevolezza che
Innovarsi è non
solo un'opportunità, ma anche un
dovere.
Il Webinar (ISCRIZIONE WEBINAR SUPSI) si propone pertanto
di fornire la prospettiva
e gli
strumenti per una corretta conduzione del processo, i
cui attori protagonisti
sono i
consulenti ICT, i
Facility Manager, gli
HR Manager ed il “direttore d'orchestra”, il
Business Analyst (CAS in Business Analysis for Executive).
Presentazione
La Sostenibilità eco-sociale necessita di un forte impegno tecnico-scientifico perché i suoi obiettivi possano generare ricadute importanti per l’ambiente, la società civile, le pubbliche amministrazioni, i centri di ricerca e le università, e ovviamente per le aziende.
La Sostenibilità eco-sociale necessita di un forte impegno tecnico-scientifico perché i suoi obiettivi possano generare ricadute importanti per l’ambiente, la società civile, le pubbliche amministrazioni, i centri di ricerca e le università, e ovviamente per le aziende.
L'evoluzione dell'umanità
è avvenuta grazie alla curiosità ed alle visioni, concrete e
futuristiche, di alcuni grandi innovatori. Visione
innovativa, analisi approfondita, razionale pianificazione, sono le
capacità indispensabili per competere ed emergere in un mondo in
continua trasformazione e con sempre nuove necessità. Le aziende
sono spinte ad una continua innovazione, sono entrate nell’era di
un’innovazione permanente che per non risultare fine a se stessa
deve dotarsi di un orizzonte, di un’idea regolativa, potremmo dire
con Kant, che oggi non puo’ che essere il benessere generale
dell'umanità, attuale e futura, da perseguire
nel pieno rispetto della compatibilità
ambientale e della sostenibilità
sociale.
Questa prospettiva comincia giustamente ad
essere definita come quella della @Quarta Rivoluzione Industriale@,
ed e’ su di essa che dobbiamo concentrare le nostre attenzioni e
attivare le nostre energie.
In questa vision 4.0,
innovare l'azienda, deve porsi come principale obbiettivo la
digitalizzazione e integrazione di tutte le informazioni reperibili
da tutti gli stakeholder, rendendole disponibili a coloro che devono:
- Creare ed Innovare i processi produttivi ed i prodotti, TECNOLOGIA della SOSTENIBILITA' (SMART ICT e IoT);
- Riorganizzare e Formare il capitale umano, HUMAN RESOURCE;
- Gestire negli anni le infrastrutture e la logistica di supporto, FACILITY MANAGER;
- Condurre l'organizzazione attraverso i processi d'innovazione, BUSINESS ANALYST e Project Manager.
La mancata attenzione alle dinamiche evolutive, connessa ai tentativi, sempre vani, di difesa con
chiusure e dazi, produce inesorabilmente il tramonto per coloro che frenano l'innovazione,
sia per la singola azienda che per intere società. Potremmo tranquillamente dire che il mondo intero ha seguito un modello, Kaizen, purtroppo
non uniformemente per tutte le aree del pianeta, generando sconvolgimenti geopolitici,
ancora in corso, in una ciclicità che dal passato ha visto il crollo degli imperi degli Assiri,
e dei Babilonesi, ha prodotto la nascita dell'impero Egizio, di quello Romano ed il loro tracollo,
oggi, il fallimento di colossi come Blockbuster e la crescita esponenziale di Amazon, per
enunciare solo alcuni esempi.
La maggiore ostatività è sicuramente legata alla paura del nuovo, e
molto spesso dalla paura di dover aver fiducia nei partner e
componenti dello staff.
L'inventore della ruota
ha sviluppato autonomamente la propria vision, con pochi attrezzi. Ma
oggi l'innovazione delle stesse necessita di esperti specializzati in
una pluralità di materie (chimica, aerodinamica, meccanica, ecc.).
Sarebbe inimmaginabile che, nel progettare una nuova ruota, con
materiali innovativi, il chimico attendesse di laurearsi in
meccanica, aerodinamica, ma anche in economia, in quanto dovrà
valutarne la fattibilità e gestire i processi. Anche immaginando
questa assurdità, la genialità del chimico sarebbe livellata in
basso dalla mediocre cultura nelle altre materie.
Criticità simili possono
essere rilevate in ogni ambito.
Uno staff che innova deve
condividere la vision generale e demandare, valorizzando le
eccellenze, ai membri. Membri di uno staff che non temano di
confrontarsi e che concentrino la loro attenzione sul miglioramento
delle proprie specifiche competenze, senza puntare ad una egocentrica
tuttologia.
Questo individualismo,
basato sulla limitata fiducia, è il principale limite allo sviluppo,
in organizzazioni piccole e medie, particolarmente evidente nei paesi
di cultura latina e rurale.
Chiudersi
nell'individualismo, e decidere di perdere competitività, è solo
una scelta, rendendo ingiustificata ogni lamentela legata ad astratte
giustificazioni ma riconducibile esclusivamente alla mancanza di
VOLONTA'.
Quattro le competenze che devono supportare i nuovi percorsi innovativi. 1. Il consulente ICT, o meglio, un consulente dell'innovazione Smart che, attraverso le sue
competenze dirette e le relazioni con i centri ricerca e le università, sia in grado di suggerire e
valutare le innovazioni di prodotto e di processo che impatteranno l'intera organizzazione aziendale. 2. Il Facility Manager, fondamentale in questa rivoluzione, di cui oggi è prevista una specifica
certificazione, che dovrà innovare la propria professione da gestore degli spazi e delle strutture a
supporto delle attività core dell'impresa a volano della loro innovazione, considerando le tematiche
ambientali e sociali ed interagendo con le Human Resources e gli ICT nei processi organizzativi
della risorsa umana, nella nuova logistica e delocalizzazione/remotizzazione di attività; in questo
lavoro, la Digital Facility rivestirà un ruolo centrale per siti industriali, edifici del terziario, strutture
turistiche, sociali ed anche nell'amministrazione di condomini. 3. Un ruolo essenziale e’ quello rivestito dai responsabili e consulenti in Human Resources che,
oltre al compito di innovare la principale risorsa aziendale di questa rivoluzione, il Capitale Umano,
ha anche una importante funzione sociale, in particolare nei futuri modelli si Smart Working,
in quanto, attraverso le indispensabili relazioni con il mondo della formazione, deve adoperarsi ad
aiutare le generazioni attuali e le future nel complesso percorso di adattamento al nuovo che sta
emergendo. Un adattamento attivo e non passivo: valorizzare il capitale umano affinche’ esso guidi e
non subisca i processi. 4. I processi, nella vita socioeconomica attuale sono diventati tutti molto complessi e necessitano
di un’accurata pianificazione di tutte le azioni, sia in fase progettuale che in fase esecutiva e
gestionale. Gestire la pianificazione e valutazione significa essenzialmente coordinare le aree
marketing, i responsabili della produzione, i facility manager, gli ICT manager. Ora, qui emerge
la grande importanza della figura del Business Analyst, il quale, con il supporto di tool e template,
dovra’ analizzare i dati, sviluppare Canvas, analizzare e monitorare la Value Stream e pianificare
le piattaforme di conduzione per i Project Manager; in un breve, pianificare la digitalizzazione
dell'azienda e dei suoi prodotti.
Il compito del Business
Analyst sarà, in definitiva, quello di
analizzare la struttura aziendale, individuare e coordinare gli
stakeholders, pianificare i processi d'innovazione ed i nuovi modelli
di business, da cui tracciare il lavoro per i Project Manager, anche
procedendo alle attività di riorganizzazione del Capitale Umano (HR
Management).
Un’ultima
considerazione per concludere: ogni progetto oggi non può piu’
essere frutto d'improvvisazione ne’ affidato alla fortuna. Occorre
che dati, informazioni e analisi siano accuratamente valutati e
finalizzati allo sviluppo di un accurato “Business Model”. Questo
è il ruolo soprattutto del Business
Analyst, che dovrà supportare
l'azienda nella definizione delle strategie idonee e nella
valutazione dei rischi. Oltre agli aspetti tecnici e normativi, egli
deve considerare anche quelli di marketing, culturali, sociali,
relazionali, organizzativi e molti altri, in relazione al grado
d'innovazione del processo o del prodotto. La sua si configura,
allora, una figura assolutamente strategica, con il
compito di integrare le attività di ricerca e formative, offerte
dalle Università, con le risorse finanziarie messe a disposizione
dai Governi, con le capacità imprenditoriali di PMI, e Reti
d'Imprese.
I
partecipanti riceveranno alcuni tool e simulatori.
Relatore
Michele Piano, Plurilaureato, Formazione avanzata e master in M&A, Legislazione Informatica, Business Analysis e Sustainability Facility Manager. Progettista e Docente in Corsi Universitari e Master, di Informatica, Domotica e Sostenibilità. Direttore in Progetti di Ricerca. Membro di Comitati Scientifici sui temi Domotici, Energetici e della Sostenibilità. Direttore di Centri Studi e del Laboratorio della Sostenibilità. Scrittore del Libro “Energie Rinnovabili e Domotica”. Direttore e Business Analyst, dal 1986, in progetti Europei di Domotica, Automazione, Energia da Fonti Rinnovabili, Edilizia sostenibile, Social Housing, Smart cities, Ambiente, Health ed HR.
principali Convenzioni: