Il
“Credito d'imposta Ricerca e Sviluppo” ha espressamente una
congiunzione tra le due attività finanziate, e soffermerei
l'attenzione sul significato della parola “RICERCA”:
attività
che si pone come obbiettivo il “ritrovamento”, cioè finalizzata
a SCOPRIRE
qualcosa, attraverso attività
di studio che mirano ad estendere ed approfondire le conoscenze con
intendimenti e metodi scientifici.
L'interpretazione
dei Valutatori ed Esperti del MIUR esclude l'aggiornamento di
prodotti/servizi già disponobili o già oggetto di ricerca, anche al
fine di evitare la duplicazione di attività finanziate o finanziare
la concorrenza sleale. Pertanto, la valutazione della ricerca, e
della “scoperta” da essa prodotta, anche avvalendosi delle
banche dati internazionali, non può prescindere dal contenere almeno
un elemento assente da qualsiasi attività scientifica svolta da
altri organismi di ricerca, pubblici o privati. Questo è l'approccio
adottato dall'intera Europa durante la valutazione di progetti che
finanzino le attività di RICERCA.
Riassumendo,
un progetto di ricerca può essere definito tale se:
- le attività svolte hanno prodotto, o produrranno, un bene/servizio meritevole di essere brevettato (ove possibile);
- le attività sono direttamente correlate allo sviluppo, raccolta dati o test di ricerche scientifiche;
- le attività che si stanno conducendo rientrano tra le sperimentazioni di progetti di ricerca scientifica;
questa
è l'interpretazione di chi procede nelle valutazioni, approfondendo
le analisi in assenza di attività che coinvolgono Enti di Ricerca
(CNR, Università, ecc.).
Una misura
interessantissima, che può decretare la crescita delle PMI SANE o la
loro fine, in particolare se affiancati da “società di consulenza”
o “commercialisti” che pongono il loro unico obbiettivo nella
parcella sul recupero disinteressandosi delle reali attività che lo
generano.
UNA MISURA CHE PERMETTE
DI EVITARE LA PARTECIAZIONE AD UN BANDO AGGIUDICANDO LE RISORSE
FINANZIARIE, MA NON EVITA LE FASI DI VERIFICA E RENDICONDAZIONE SULLA
CONFORMITA' AD UN PROGETTO ED UN PRECISO BUSINESS MODEL.
Il “Credito d'Imposta
Ricerca e Sviluppo” è il più concreto strumento per finanziare
l'Innovazione generata dalla Ricerca, correttamente condotta in
collaborazione con le Università e definita attaverso un preciso
Business Model, che un Business Analyst dovrà costruire valorizzando
la PMI, considerando le risorse finanziarie e non finalizzandolo ad
esse.
Negli ultimi incontri, tra
“Esperti Valutatori del MIUR” ed esponenti dell'AE, è emerso che
frequentemente tale strumento, con particolare riferimento
alle aziende informatiche, è stato utilizzato per recuperare risorse
dalle sole attività ordinarie o collegate a commesse o a semplice
aggionamento di prodotti/soluzioni. Spesso risorse recuperate in
assenza di un reale progetto di Ricerca e Sviluppo, in cui la
“Ricerca” è autoreferenziale o senza avvalersi di Università, Ricercatori o Centri Ricerca, con specifiche competenze nei temi oggetto del recupero fiscale.
Da questi incontri è
emersa la necessità di procedere, come avviene per i normali Bandi,
alla costituzione di Comitati Scientifici, composti dagli Esperti del
MIUR, a supporto delle AE, nella valutazione dei progetti e delle
eventuali Revoche.
Le PMI devono profittare
di tutte le opportunità che permettano l'Innovazione, consigliando
di sottoporre, preventivamente, il progetto di “Ricerca e Sviluppo”
ad una Università o Esperti Valutatori del MIUR, evitando consulenze
improvvisate e senza la coretta conduzione attraverso un Business
Analyst di propria fiducia.
Piano prof. Michele